Matteo Impagnatiello
Le morti bianche non accennano a diminuire…è’ conciliabile il lavoro con la salute e la vita? Osservando dati recenti, pare difficile. Nell’anno appena trascorso, vi è stato un incremento delle morti sul lavoro pari al 18% in più rispetto al 2020. Nel 2021 sono infatti 1.404 i lavoratori morti per infortuni sul lavoro, di cui 695 sui luoghi di attività, mentre la parte restante nel tragitto casa-lavoro o viceversa. Dietro ogni numero, famiglie devastate dalla perdita dei loro cari.
Sebbene siano trascorsi pochi mesi dall’ingresso del nuovo anno, il fenomeno non accenna a diminuire. Resta, quella delle morti bianche, una ferita aperta che non si rimargina.
L’in-sicurezza che caratterizza il mondo del lavoro rende vulnerabili anche le esperienze formative che si svolgono nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, dove a perdere la vita sono addirittura ragazzi in giovane età, a volte minorenni.
Quest’anno sarà potenziato l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con l’assunzione di 1249 tra ispettori del lavoro e funzionari. Una misura importante che, tuttavia, non sarà sufficiente a contrastare il mancato rispetto delle normative atte a tutelare la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro.
A tal fine, sembra opportuno rivalutare la figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, riscrivendo la parte dedicata alla «Consultazione e partecipazione dei lavoratori» del Decreto legislativo 81/08.
L’articolo 50 del Decreto indica le funzioni del rappresentante dei lavoratori. Troppo spesso, o sempre, accade che il lavoratore designato non svolga appieno il ruolo legato al mandato, a causa di potenziali ritorsioni e condizionamenti del datore di lavoro, tanto pubblico quanto privato. Appare necessario ampliare le prerogative del RLS, rafforzando quelle già previste dalla legislazione, al fine di esercitare un’azione contrattuale tesa ad intervenire sui punti critici dell’organizzazione aziendale.
La prospettiva dovrà essere quella di un maggior coinvolgimento e di una reale compartecipazione alla contrattazione aziendale, non solo in merito alle questioni strettamente intese della salute e sicurezza, ma anche in relazione alle tematiche dell’organizzazione del lavoro, con un effetto diretto sulle condizioni lavorative. Il recepimento delle osservazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, nell’ambito dei percorsi di gestione del rischio stress lavoro-correlato, favorirebbe la realizzazione di un contesto lavorativo più salubre.
In un mondo dove il lavoro è sempre più precarizzato, la valorizzazione della figura del rappresentante per la sicurezza (RLS) resta condizione indispensabile per rinvigorire la prevenzione relativa alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ed evitare così la conta tragica degli incidenti mortali occorsi durante le attività lavorative, di cui le sezioni di cronaca degli organi di stampa, con cadenza quasi settimanale, segnano.
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