ANDAVANO PER MARE. L’ultimo libro di Marco Valle

ANDAVANO PER MARE. L’ultimo libro di Marco Valle

di Mario Bozzi Sentieri

“La marittimità è (o, meglio dovrebbe essere) una priorità della nostra narrazione nazionale”: in coerenza con questo orientamento di fondo – evidenziato in Patria senza mare (2022) il suo primo libro dedicato alla storia dell’Italia marittima – Marco Valle continua la sua “navigazione” intellettuale sulle rotte dei naviganti italiani (delle loro scoperte, dei loro naufragi e sogni) attraverso il  nuovo, poderoso  saggio Andavano per mare. Scoperte, naufraghi e sogni dei naviganti italiani (Neri Pozza Editore, Vicenza 2025, pp. 328, Euro 20,00).

Ad emergere dall’oblio di una storia nascosta e sottovalutata i nomi e le imprese di generazioni di navigatori italiani, i quali sono componente essenziale della nostra identità nazionale, ancora prima che venisse a compimento il nostro travagliato percorso unitario.

Il mare, che abbraccia la Penisola per ottomila kilometri, è parte essenziale dei nostri orizzonti materiali e spirituali, segnati – non a caso – da decine di figure emblematiche che appartengono non solo alla Storia italiana ma anche a quella dell’intero orbe terraqueo, fino a delineare una lunga epopea marittima, costruita – come ebbe a scrivere Giorgio Ruffolo (Quando l’Italia era una superpotenza, Einaudi 2004) – “da liberi cittadini, motivati dallo scopo del guadagno, ma anche dall’orgoglio, dalla passione civile per la loro città. Dal desiderio di accrescerne il prestigio, la potenza, la ricchezza e la bellezza. Quando trafugavano i resti di qualche sant’uomo, come fecero i marinai veneziani che rubarono ad Alessandria d’Egitto e portarono a Venezia le spoglie di San Marco, era la gloria della loro città”.

Di questa epopea Valle traccia l’affresco grandioso ed affascinante, dove ad emergere sono le figure multiformi dei naviganti italiani, dal più noto a quelli sconosciuti per il grande pubblico.

In testa ovviamente Cristoforo Colombo, il più discusso, esaltato, contestato, lo Scopritore per eccellenza, in grado di segnare, con il suo approdo Oltreoceano, un passaggio epocale per la storia dell’umanità. Non a caso intorno alla sua figura si sono giocate e continuano ad essere giocate partite che vanno ben oltre la sua grande impresa. Giustamente Valle dà conto di questo dibattito, delle esasperazioni, tutte ideologiche, che lo hanno segnato nella stagione della cancel culture (oggi – ci auguriamo – finalmente al tramonto) che ne ha fatto il colpevole di tutto ciò che è andato storto nel Nuovo Mondo, dal colonialismo alla schiavitù alla segregazione razziale.

L’autore di  Andavano per mare riporta la riflessione nell’alveo dei fatti, delle analisi storiche, suffragate da una ricca letteratura in materia, la quale ci riconsegna il valore dell’impresa e di chi la realizzò, peraltro in continuità con la precedente tradizione delle scoperte  via mare,  incarnate da una schiera di grandi naviganti di origini italiche, seppure al servizio dei sovrani di Spagna, Portogallo, Francia e Inghilterra.

Già nel 1431, il veneziano Pietro Querini aveva fatto  naufragio a nord della Norvegia. E’ lì che, salvato dai locali che prendono a venerarlo come un dio, assaggia il baccalà che poi riporta in laguna, dove diventa cibo tipicamente veneto. Nel XIII secolo, l’ammiraglio genovese Benedetto Zaccaria alterna il servizio alla patria alle scorrerie corsare per conto di Bisanzio e della Francia. Nel XVI secolo, Giovan Dionigi Galeni, fatto schiavo in Calabria, diventa ammiraglio del sultano. E poi i più noti: Verrazzano, Vespucci, Pigafetta, i Caboto…

Di ognuno Valle tratteggia le peculiarità, le scoperte, i sogni ed i difficili rapporti con i diversi “committenti”. Avventure straordinarie e rischiosissime, ritmate dal frastuono dei marosi e dall’alito dei venti, in balìa della solitudine, del sole, del gelo, della sete e della fame. Storie di uomini di mare ma anche di astronomi geniali, temerari letterati, giramondo inquieti.

Quello che ci propone Valle è un viaggio affascinante che appare  riduttivo considerare una mera ricostruzione storica. Senza mai venire meno al rigore della ricerca, l’autore di Andavano per mare riesce infatti a trasmettere al lettore il fascino di un’epoca che travalica i secoli ed i diversi contesti socio-politici, arrivando all’Ottocento ed oltre, attraverso personaggi come Alessandro Malaspina, grande esploratore e brillante intellettuale, ma anche lucido quanto sfortunato idealista, impegnato – senza successo –  a dare, sul finire del ‘700, un futuro alla Spagna e al suo impero coloniale, o il più noto Giuseppe Garibaldi, fissato nella terricola iconografia patriottica del suo tempo, in realtà grande navigante, cresciuto in una famiglia di marinai e capitano di navi, avventuroso protagonista di imprese per mare e perfino un po’ corsaro.   

Tante Storie temporalmente  lontane, ma che – a saperle leggerle – arrivano a parlare  alla nostra sensibilità, riannodando il lungo filo blu che si dipana dalle galee medievali e dalle caravelle colombiane e arriva sino al Rex che inalbera il Nastro azzurro, a Luigi Rizzo (comandante dei primi Mas, protagonista della “beffa di Buccari”, volontario fiumano, posto da D’Annunzio alla guida della Flotta del Quarnaro) e Tino Straulino (velista e ufficiale della Decina Mas), alla saga di Azzurra, a Enzo Maiorca, l’uomo dei record d’immersioni in apnea, e a Giovanni Soldini, marinaio oceanico e cuore generoso, capace nel 1999 di interrompere in pieno Pacifico la sua gara in solitaria per salvare la concorrente Isabelle Autissier, rovesciatasi nella terza tappa della traversata.

Nella misura in cui – come ricorda Valle, in premessa del suo libro – il mare è il nostro passato e il nostro domani, la marittimità rimane per il nostro Paese una prospettiva forte, da qui il bisogno di una narrazione, in grado di recuperare una Storia, con i suoi protagonisti, ed insieme riannodare il senso di un immaginario italiano, tutto da ritrovare. Non solo nei viaggi, nelle scoperte, nei naufragi e nei sogni dei nostri naviganti. Quanto soprattutto nelle passioni esistenziali di tante generazioni. Per tornare a credere nel nostro  destino marittimo e non solo, mai come oggi, “navigare necesse est”, senza dimenticare però – come fa Valle, con Andavano per mare  – le imprese, i naufragi ed i sogni dei naviganti italiani nei secoli.

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