di Francesco Marrara
La Next Elettronica, azienda di Piano Lago (CS) specializzata in schede e apparati elettronici, è stata rilevata dai lavoratori. Si tratta del primo caso in Calabria di working buyout, ovverosia un’azione di salvataggio mediante la quale i dipendenti rilevano la proprietà dell’azienda.
Protagonisti di questa ardua impresa sono stati sedici lavoratori, ex dipendenti della Freelink, azienda dipendente da un gruppo con sede in Lombardia fallita per divergenze fra i soci. Le incomprensioni, sorte nel 2018, portarono l’anno successivo alla chiusura proprio mentre l’azienda stava vivendo un periodo abbastanza virtuoso.
Rimboccandosi le maniche e con enormi sforzi economici, i lavoratori si sono costituiti in cooperativa investendo le proprie risorse – Tfr e Naspi – per mezzo delle quali sono riusciti a reperire ben 320.000 euro necessarie per costituire il capitale sociale.
Nell’impresa un ruolo fondamentale lo hanno giocato il fondo Coop Fond della Legacoop e il Cfi, fondo di investimenti che fa capo al Mise. Il primo ha messo a disposizione 120.000 euro. Il secondo ha investito 500.000 euro oltre a 200.000 euro di finanziamenti che i soci fondatori dovranno restituire. L’operazione è stata pienamente supportata dalla Fiom Cgil: «l‘autoimpiego in Calabria è possibile. Questa azienda può avere un grande sviluppo, magari attingendo anche ai finanziamenti del Pnrr». Così ha commentato Massimo Covello, segretario generale dei metalmeccanici Cgil della Calabria.
Lo stabilimento ha riaperto i cancelli, grazie anche al supporto della Regione, ed è pronto a lanciare la sfida al monopolio di materiale elettronico cinese e taiwanese.
Questo esempio di Idea partecipativa non rappresenta il frutto di un singolo episodio sporadico. In Italia, la gestione diretta delle aziende da parte dei lavoratori ha costituito in molti casi un sano esempio di recupero di realtà che si trovavano in uno status di completa agonia. Tra gli esempi più recenti, infatti, si ricordano il Birrificio Messina e la Cooperativa Fonderia Dante.
L’auspicio, dunque, è che queste iniziative si moltiplichino a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale affinché si possano insidiare – e col tempo scardinare – i dogmi imposti dalla globalizzazione e dalla finanziarizzazione dell’economia.
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