Orientamenti per un Nuovo Pensiero Politico Italiano: riflessioni post elettorali

Orientamenti per un Nuovo Pensiero Politico Italiano: riflessioni post elettorali

di Francesco Marrara 

In vista delle prossime elezioni politiche proveremo ad avanzare alcune riflessioni utili ad alimentare il dibattito – culturale, metapolitico e politico – post 25 settembre. 

Fedeli alla linea 

Al di là di alcune sfaccettature valoriali, sul piano della Politica Economica e della Politica Estera – oggi più che mai strettamente correlate – sussiste un unico comune denominatore che unisce tutte le forze politiche del cosiddetto arco costituzionale. Nei programmi economici, si percepisce un profondo retroterra liberista condito da qualche sfumatura di Welfare (ordoliberismo). In Politica Estera, invece, assistiamo alle dichiarazioni di fedeltà incondizionata al Patto Atlantico (NATO) e all’Unione Europea.

Indipendentemente da chi vincerà, probabilmente la coalizione di Centrodestra, non sembra facile aspettarsi grandi novità.  

Piccola nota a margine sulle forze politiche del dissenso. Queste, seppur presentando alcune prospettive programmatiche interessanti, rimangono al momento una vera incognita sia per le numerose contraddizioni interne, sia per evidenti limiti organizzativi e strutturali. 

Superare il Novecento politico

Fare i conti con la propria storia recente con il fine di superare il perenne clima di guerra civile che periodicamente viene alimentato su tutti i fronti (politico, culturale e mediatico) rappresenta il primo passo da cui dovranno partire le nuove forze politiche che emergeranno da qui ai prossimi anni. Appurato ciò è necessario ribadire che, dopo due anni di pandemia e una guerra in corso, parlare (ancora!) di fascismo e comunismo – entrambi usciti sconfitti nel confronto su scala globale con il liberalcapitalismo – appare abbastanza puerile, inutile, anacronistico e nocivo per qualsiasi ambizione di cambiamento presente e futuro. 

Verso un Nuovo Pensiero Politico

Come affrontare l’avvento della post-modernità? La risposta a questo interrogativo è semplice: gettare le basi per la nascita di una Nuovo Pensiero Politico squisitamente Italiano che si faccia interprete delle sfide lanciate dalla post-modernità e che allo stesso tempo funga da contrappeso all’unica ideologia dominante, il Neoliberismo. 

Ecco, pertanto, alcune linee guida da cui muoversi per provare ad auspicare il raggiungimento di tale obiettivo:

– Consapevolezza storico-politica di ciò che è stato il Novecento italiano;

– Superamento delle Teorie appartenenti alla modernità politica (liberalismo, comunismo e fascismo);

– Necessità di trovare nuovi linguaggi, simboli, miti – affini all’Identità italiana – con il fine di definire in maniera chiara le caratteristiche del nuovo pensiero e dei suoi assi portanti; 

– Il Mito di Roma e il Rinascimento: il primo, inteso quale emblema di un rinnovato spirito di Unità Nazionale; il Rinascimento, quale segno di rinascita dell’Italia in tutti gli ambiti dello scibile umano, inteso come anello di rottura e conseguente congiunzione del passaggio dalla modernità alla post-modernità. Entrambi riferimenti permetteranno di ricucire il legame, reciso dagli ultimi due anni di pandemia, tra Stato, Istituzioni e Popolo;

– Sovranismo e Populismo. Negli ultimi anni divenute terminologie  inflazionate e svilite nella propria essenza, entrambe dovranno essere ricollocate quali componenti – teoriche e pratiche – alla base della Nuova Teoria Politica; 

– Terza Via Italiana e Mondo Multipolare. Un nuovo pensiero non potrà fare a meno di considerare l’importanza che ha avuto il modello economico e sociale della Terza Via inteso quale emblema – appartenente alle più variegate tradizioni politiche e culturali – del Primato Italiano nel mondo in materia di diritti e giustizia sociale. Dall’economia civile del Settecento fino al modello di Adriano Olivetti, gli esempi in questo senso sono di alto profilo. Infine, si avverte la necessita di una presa coscienza circa l’avvento di un Nuovo Ordine Multipolare per mezzo del quale sarà altresì possibile rilanciare il ruolo dell’Italia quale Nazione Europea guida nel Mediterraneo. 

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