RINCARI, GREEN PASS E LAVORO. LA REALTÀ ITALIANA DIETRO I TRIONFALISMI MEDIATICI

RINCARI, GREEN PASS E LAVORO. LA REALTÀ ITALIANA DIETRO I TRIONFALISMI MEDIATICI

di Francesco Marrara

Secondo quanto riportato da tutti i media a reti unificate, a fine 2021, il PIL potrebbe crescere addirittura del 7%. Qualora questo dato dovesse confermarsi, sarebbe una vera boccata d’ossigeno per la nostra Italia. Consideriamo, infatti, che nel 2020 le stime del PIL precipitarono dell’8,8%! [1]. A parte i facili entusiasmi, pompati da mainstream e politicanti, occorrerebbe tenere in conto che le previsioni, sia di carattere squisitamente economico sia di ordine generale, spesso cozzano con la realtà. Vediamone alcuni aspetti.

Aumento delle bollette di gas e luce: la mancanza di una vera politica energetica

La stampa, ed in generale tutti i media, hanno prestato poca attenzione alla questione. Essa, tuttavia, non è sfuggita alle dure critiche dell’opinione pubblica italiana. Dunque, poniamo all’attenzione del lettore un interrogativo banale ma altrettanto efficace. Che senso ha millantare una fantomatica crescita del PIL se poi i cittadini italiani verrano colpiti direttamente nella loro ricchezza e nei propri risparmi? Ecco perché, ai clamori mediatici, sarebbe più proficuo passare ai fatti. Come? Tornando a condurre una seria iniziativa in campo di  politica energetica sia a livello nazionale che europeo[2].

Green Pass: la lenta agonia del lavoro e della partecipazione

Secondo le ultime novità del “Decreto Green Pass”, dal 15 ottobre, i dipendenti pubblici e privati – sprovvisti del lasciapassare verde – non riceveranno lo stipendio ma non saranno sospesi dal lavoro come inizialmente previsto. Ciò che dovrebbe balzare agli occhi dei più attenti è la totale accondiscendenza da parte delle organizzazioni sindacali. In  particolare di chi, professandosi portatore sano di una certa tradizione, avalla le assurdità e le contraddizioni di questo certificato. Di fatto il Green Pass, rappresenta uno strumento coercitivo contrario ai principi di collaborazione, partecipazione e solidarietà tra i lavoratori. Pertanto, se il lavoro è stato pesantemente intaccato nelle sue fondamenta con questa subdola misura di conseguenza l’Italia – così come il resto d’Europa – ne risentiranno dal punto di vista demografico (niente lavoro = niente famiglia, quindi niente figli[3]) oltre che in termini economici e di tenuta sociale.

Il distacco tra “Paese reale e Paese legale” è sempre più marcato. Per cui, il cosiddetto governo dei migliori tenga in considerazione tutti questi aspetti e provi a dare  quanto prima delle risposte concrete. Altrimenti, come facilmente intuibile, perfino le migliori previsioni risulteranno solamente uno specchietto per le allodole.


[1] https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/economia/2021/02/02/il-pil-nel-2020-giu-dell88-meglio-delle-stime_98631edb-a700-4078-902f-198c226928c2.html

[2] https://www.barbadillo.it/100864-gas-e-sovranita-europea-dimezzata-le-ragioni-degli-aumenti-nelle-bollette-degli-italiani/)

[3] https://it.insideover.com/politica/demografia-la-grande-assente-nell-agenda-ue-per-il-futuro.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà reso pubblico.