COME A PRIMOSOLE

COME A PRIMOSOLE

di Andrea Scaraglino

Come a Primosole – quel ponte sul fiume Simeto – anche da queste colonne si opporrà strenua resistenza. Questa rubrica nasce dal sentire comune all’interno dell’Istituto Stato e Partecipazione, nasce dal bisogno di pungolare una società fin troppo catatonica e atomizzata, dove il relativismo progressista spazia da padrone incontrastato.

La distruzione del sistema valoriale, filosofico e politico, che ha retto il XX sec ha, infatti, raso al suolo senza costruire nulla di alternativo che umanamente potesse avere una continuità storica con il nostro pregresso di popolo e, se vogliamo, di comunità geopolitica a se stante. Negata l’appartenenza etnica e storica a un dato territorio e annichilita l’etica del lavoro, i popoli non possono più definirsi tali, sopravvivono come pallide ombre di se stessi in rappresentazioni sociali dove l’Io dei singoli si spande incontrollato e avido di grandiosità posticcia, narcisismo infantile e vacuità materiali. Spalancando un “oscuro buco fradicio, dove prima o poi ogni cosa trova una via di accesso” – come ci ricorda Wurlitzer – l’uomo contemporaneo firma autonomamente e inconsapevolmente la propria condanna a morte. É indispensabile, dunque, il pareggio degli attori in campo: coscienza nazionale nei singoli settori della vita quotidiana e coscienza di se per i singoli individui. La lotta è impari. Le probabilità di successo, pressoché nulle, ma come abbiamo già detto siamo a Primosole, No?

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