VISIONI E SUGGESTIONI NEL TEMPO DELLA GEOPANDEMIA

VISIONI E SUGGESTIONI NEL TEMPO DELLA GEOPANDEMIA

Di Raimondo Fabbri

Dell’anno eccezionale che ci siamo lasciati alle spalle rimarranno senz’altro molte immagini, parole e tanta confusione, generata da eventi che saranno ricordati nell’avvenire per la capacità di rimettere in discussione sia il concetto di globalizzazione che le reti su cui si fonda la nostra società, evidenziandone falle e punti deboli. Sotto il profilo delle relazioni internazionali, l’emergenza sanitaria ha portato a compimento un processo in atto da anni che rappresenta l’inizio di una nuova fase dai tratti ancora incerti. Lo scenario post-pandemico è appunto il territorio inesplorato in cui si avventura Salvatore Santangelo nel suo ultimo libro, Geopandemia. Decifrare e rappresentare il caos pubblicato da Castelvecchi, per fornire al lettore, tra analisi e flashback storici, alcune chiavi di lettura utili per tempi futuri che si preannunciano decisivi e gravidi di scelte per gli attori internazionali, primi fra tutti gli stati. Questi ultimi saranno chiamati ad un rinnovato impegno che li vedrà necessariamente più attivi, soprattutto in campo economico dato che, come ha osservato il docente dell’Università di Tor Vergata, «con il Covid 19 abbiamo visto emergere le contraddizioni di una serie di fenomeni che in un tempo rapidissimo avevano rivoluzionato il sistema economico mondiale: la globalizzazione e la smaterializzazione del mercato dei capitali e del lavoro; i processi di automatizzazione e di informatizzazione; le privatizzazioni e le deregulation in settori precedentemente riservati al monopolio statale […] Oggi il mutato scenario impone agli Stati di fronteggiare con maggiore consapevolezza le sfide del futuro e di allungare l’orizzonte temporale della loro azione politica» (pp.40-41).

La struttura che nell’ultimo quarantennio ha subìto un progressivo sbriciolamento in una serie di istituzioni tecnocratiche pubbliche e private dovrà tornare ad essere, malgrado i tentativi di archiviazione, il consapevole protagonista nella definizione dell’interesse nazionale ed il promotore di un nuovo «patriottismo economico» che rilanci politiche industriali in grado di sfruttare le nuove tecnologie e soprattutto di valorizzare il capitale umano. In questo senso si configurerà una geopolitica del talento che segnerà inequivocabilmente il terreno di scontro per l’egemonia del futuro, ovverosia l’innovazione. Per tali ragioni l’autore cita due esempi virtuosi di questo nuovo protagonismo pubblico, Israele e Corea del Sud, abili a coniugare identità e politiche economiche sfruttando meccanismi vincenti come i fondi sovrani piuttosto che i piani di sviluppo incentrati sulla manifattura con un alto valore aggiunto in termini tecnologici. Un invito dunque, rivolto anche alle nostre classi dirigenti che dovranno necessariamente navigare in un mare periglioso, in cui sarà obbligatorio conoscere ed auspicabilmente padroneggiare le teorie del caos e dei giochi, magistralmente richiamate in un capitolo di questo pamphlet, dove l’attenzione per il progresso tecnico non trascura le antiche virtù richiamate da Santangelo per meglio approcciare la realtà geopandemica, ammettendo comunque fra le righe che per tali cimenti occorreranno uomini e donne pronti ad affrontare «verticalmente» la vita . Forse come sottolinea il docente aquilano, sarà proprio la necessità di superare quella che si prospetta come la più grande crisi vissuta dalle economie mature in tempi di pace, a farci comprendere come il nostro Paese si trovi dinanzi ad un bivio tra il precoce declino ed un nuovo sviluppo. Solamente tornando a produrre, superando tra gli altri il pericoloso «effetto Wimbledon» evocato nel libro, che alcuni paesi oltre al Regno Unito hanno tentato di proporre convinti che un futuro fatto di design, banche e hotel a cinque stelle avrebbe garantito la loro crescita, si potrà restaurare uno schema di economia mista che, come suggerito dallo storico Giuseppe Berta, ha innervato lo sviluppo economico italiano in un arco temporale prolungato; tuttavia ciò avverrà a patto che la nostra Nazione ripensi se stessa ed il suo modello economico, trovando finalmente il proprio posto nel mondo.

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