Di Agostino Nasti Una famosa frase del “distributista” Chesterton recita: «Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti, ma troppo pochi capitalisti». In effetti, alla dilatazione incontrastata del capitalismo non corrisponde una eguale estensione della proprietà privata ed un suo più diffuso godimento, ma anzi si registra un aumento della concentrazione della ricchezza nelle mani di una ristretta cerchia di soggetti dediti alla speculazione finanziaria, mentre si assiste al deterioramento delle condizioni di vita di gran parte della popolazione. Il preteso aumento del «benessere», valutato essenzialmente nei termini di una accresciuta disponibilità di beni voluttuari e di consumo, è ben altra cosa...
(2. L’IDEA DI PROPRIETÀ) IL DIRITTO DI PROPRIETÀ NELLA PROSPETTIVA CORPORATIVA
Di Gherardo Marenghi Analizzando il panorama offerto dal mondo del diritto l’istituto giuridico di rilevanza costituzionale che meglio si presta ad affinità concettuali con la dimensione corporativa dello Stato è certamente il diritto di proprietà. La previsione di limiti al godimento della proprietà, sia che si traducano nell’acquisizione materiale di tipo ablatorio, sia che si riducano in mere ipotesi conformative, appaiono il contestuale superamento dell’inviolabilità del diritto dominicale di stampo liberale e della negazione dello stesso di matrice marxista. Sarebbe però fuorviante immaginare fra modello corporativo e limitazione della proprietà un’analogia concettuale legata al ridimensionamento del concetto tradizionale di libertà....
(1. L’IDEA DI PROPRIETÀ) LA CONCEZIONE FASCISTA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA
Di Cristian Leone «La proprietà inviolabile non è affatto un principio dello Stato fascista, che ha dimostrato di saper colpire anche la proprietà in nome della Patria. La proprietà inviolabile è un dogma liberale e non fascista, inglese e non romano: da noi proprietario è depositario e non altro. La storia di Roma, la storia dei Comuni che più dei duchi e dei papi furono i discendenti di Roma, è storia di spogliazioni compiute dallo Stato per il popolo». Queste parole di Berto Ricci sintetizzano perfettamente l’idea fascista della proprietà privata. Il principio corporativo Il corporativismo elabora una terza via...
LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELLA TECNOCRAZIA. “L’INGRANAGGIO DEL POTERE” DI LORENZO CASTELLANI
Di Flaminia Camilletti Il potere tecnocratico nell’ultimo secolo è cresciuto in modo esponenziale, tuttavia sono ancora pochi gli autori e gli intellettuali che si impegnano ad affrontare questo tema. Non è il caso del professor Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni Politiche presso la Luiss Guido Carli di Roma: la sua ultima pubblicazione infatti si intitola “L’ingranaggio del potere” edito da Liberi Libri. L’autore affronta il tema dell’erosione della rappresentatività democratica che allontana la comunità dalle istituzioni a favore di una tecnocrazia lontana e fredda. La storia della democrazia tecnocratica è passata sottotraccia, come scrive lo stesso Castellani, ma...
“LA MANO NERA”: STORIE DI USURA, TRA VITTIME E CARNEFICI
di Cristina Di Giorgi “L’usuraio distruggerà ogni ordine sociale, ogni decenza, ogni bellezza”. Questa frase di Ezra Pound, che molto spesso nei suoi scritti si è battuto contro la piaga sociale dell’usura in tutte le sue forme, basta da sola, nella sua diretta evidenza, ad indicare quanto quello in questione sia un reato odioso e perché. Per capirne meglio la portata e i devastanti effetti è però comunque necessario, oltre che estremamente utile, ascoltare le testimonianze di chi, come vittima e come operatore impegnato a contrastare tale crimine, ha avuto direttamente a che fare appunto con l’usura e con le...
Demografia e sviluppo, una sfida per il futuro: ripartire dalle aree interne
di Clemente Ultimo Hanno fatto il deserto, l’hanno chiamato sviluppo. La parafrasi della celebre espressione con cui Tacito descrive la desolazione della Germania all’indomani della conquista romana – seppur non per benevolenza verso i vinti, piuttosto per quelle che, senza esagerazione, potremmo definire beghe politiche tutte interne all’Urbe – ben si presta a descrivere il desolante fenomeno che da anni ormai interessa le aree interne del nostro Paese, con punte da primato nelle regioni dell’Appennino meridionale e di alcuni comprensori delle isole maggiori: lo spopolamento del territorio. Una vera e propria desertificazione umana, sociale ed economica che, sebbene parte di...
POLONIA E UNGHERIA E I RICATTI DELL’UNIONE EUROPEA
Di Flaminia Camilletti I nuovi nemici dell’Europa sembrano essere diventati Polonia e Ungheria. La seconda in effetti sembra esserlo già da tempo, almeno da quando è guidata da Viktor Orbàn, messo sotto la lente d’ingrandimento dei burocrati di Bruxelles. Il peccato originale in questo caso consiste nel voler rifiutare i prestiti erogati dallo strumento finanziario Next Generation Eu, conosciuto ai più come Recovery Fund, a causa della clausola sullo Stato di diritto. Lo strumento, infatti, vincolerebbe chi ne fa uso a rispettare lo Stato di diritto, una condizione che pone chi governa sotto un costante giudizio morale ed etico. Il...
(17. QUALE SOVRANISMO?) UOMINI, NON SCHIAVI. LA SOVRANITA’ DEL POPOLO E L’INDIPENDENZA NAZIONALE DALL’ANTICA ROMA AL DOMINIO DELLA FINANZA
Il professor Vivaldi-Forti interviene nel dibattito dell’Istituto sul tema della sovranità con un lungo e importante spunto che, partendo dall’Antica Roma e toccando una serie di questioni storiche, arriva fino ai giorni nostri. Il dominio della finanza, principale colpevole della crisi della democrazia e delle identità nazionali, viene fotografato e denunciato in maniera inequivocabile. La proposta del sociologo ritorna sul modello istituzionale di De Gaulle, a cui Vivaldi-Forti ha già dedicato due importanti approfondimenti pubblicati su questo sito. Il primato della politica e la partecipazione sono per lui le prime parole chiave da valorizzare. Il professore, già collaboratore di Gaetano...
IL REGIONALISMO ITALIANO QUALE FENOMENO «EROSIVO»DELLO STATO ED «ENZIMA» PER L’AFFERMAZIONE DEL PANGERMANISMO
Di Augusto Sinagra e Daniele Trabucco Le Regioni non esistono, o meglio furono «un’invenzione» (forse la maggiore) dell’Assemblea Costituente. Lontana dal modello prefigurato dal Farini prima e dal Minghetti poi, volto ad istituire enti di decentramento burocratico, la «questione regionale» si affermò per la prima volta nel programma politico del partito popolare fondato nel 1919 da don Luigi Sturzo e trovò la sua esplicazione nel regio decreto-legge 18 marzo 1944, n. 91 che istituiva un «Alto Commissario» per la Sicilia cui si affiancò, poco dopo, con il regio decreto-legge 28 dicembre 1944, n. 416, una «Consulta regionale». Nello stesso...
PROPOSTE E PROGETTI PER RISOLLEVARSI DALLE MACERIE PRE E POST-COVID 19
Di Raimondo Fabbri L’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia da Covid-19 si è riverberata, come era facile prevedere, sull’economia del nostro Paese facendo affiorare inevitabilmente tutti quei nodi irrisolti da decenni per disinteresse ed approssimazione. Sarà pur vero che tutti siano stati colpiti nello stesso modo, tuttavia sulle risposte che si stanno predisponendo emergono abissali differenze a segnalare in alcuni casi l’assenza di indirizzo e visione strategica. Nel libro di Mario Benotti (RI)Costruzione, edito da Piemme, le esortazioni a progettare un piano di rinascita economica e sociale non mancano e pur ammettendo la complessità del lavoro, l’autore fissa chiaramente un aspetto...