CORRADINI, VIANA E LE ORGINI DEL NAZIONALISMO ITALIANO: IL MONARCHISMO SOCIALE DELLA RIVISTA IL TRICOLORE

CORRADINI, VIANA E LE ORGINI DEL NAZIONALISMO ITALIANO: IL MONARCHISMO SOCIALE DELLA RIVISTA IL TRICOLORE

Di Filippo Del Monte Tra le espressioni della stampa nazionalista nell’Italia della Belle Epoque un posto d’onore spetta  a Il Tricolore di Torino, rivista da cui poi scaturiranno gruppi di militanti politicamente effimeri ma culturalmente fondamentali per il successivo sviluppo del “nazionalismo ufficiale”. Nata nel luglio 1909, Il Tricolore vantava tra i suoi collaboratori, tra gli altri, Enrico Corradini e Mario Viana, il primo “padre nobile” del nazionalismo italiano novecentesco, il secondo pioniere da destra della sintesi nazional-sindacalista che tanta fortuna avrà negli anni successivi. Nello statuto dei gruppi de Il Tricolore – diretta filiazione della rivista – è contenuto...

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“UN UOMO DI SINISTRA SOSTENUTO DALLA DESTRA”. DE GAULLE TRA MEMORIA ED ATTUALITA’

“UN UOMO DI SINISTRA SOSTENUTO DALLA DESTRA”. DE GAULLE TRA MEMORIA ED ATTUALITA’

Di Mario Bozzi Sentieri “Il gollismo era la verticalità” – ha dichiarato Alain de Benoist, intervistato in occasione degli anniversari che invitano al  ricordo di Charles de Gaulle (nato il 22 novembre 1890 e scomparso il 9 novembre 1970). La “verticalità” di de Gaulle sta certamente nel suo carisma, nella sua “visione lunga”,  nell’idea di una “monarchia repubblicana” che ne ha caratterizzato l’azione politica: pragmatica ed innovativa, “sistema di pensiero, di volontà e di azione” – come egli sintetizzò  nel 1968, fino ad arrivare alla paradossale definizione di Michel Onfray, intellettuale libertario e anticapitalista, che, nel suo recente libro (Vies...

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INVESTIMENTI, INFRASTRUTTURE E INNOVAZIONE PER RILANCIARE L’ACCIAIO ITALIANO

INVESTIMENTI, INFRASTRUTTURE E INNOVAZIONE PER RILANCIARE L’ACCIAIO ITALIANO

Di Andrea Muratore Il recente perfezionamento dell’accordo sullo stabilimento ex-Ilva di Taranto tra il governo di Roma e la succursale italiana del gruppo Arcelor-Mittal ha riportato sotto la lente dell’opinione pubblica il tema del futuro dell’acciaio italiano. Lo Stato torna in campo e sul fronte dell’acciaio di Taranto punta a porre fine a una lunga querelle mettendosi a fianco del gruppo franco-indiano come investitore in un contesto, quello della più grande acciaieria d’Europa, depauperato da anni di mala gestio, da complesse cause giudiziarie, dal decadimento della salubrità ambientale dell’impianto pugliese e dall’assenza di un piano strategico di lungo periodo. A...

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SOVRANITÀ E RISERVE ALIMENTARI. L’ITALIA, L’OCCIDENTE E LO SPETTRO DELLA FINE

SOVRANITÀ E RISERVE ALIMENTARI. L’ITALIA, L’OCCIDENTE E LO SPETTRO DELLA FINE

Di Sandro Righini «Le auto in marcia sono poche: Roma trabocca di antiche vetture delle marche italiane la cui produzione è interrotta, ormai, da trent’anni, ma anche quanti sono riusciti a perpetuare la funzionalità di una vecchia Punto l’usano con parsimonia: in tutta la capitale poche centinaia di famiglie possono permettersi l’acquisto settimanale del carburante, per la maggioranza dei possessori è necessario un anno di risparmi per tre o quattro escursioni estive a Fregene o a Ladispoli. Se le automobili in marcia sono rare, la strada è contesa dalla schiera dei carretti, mossi da uno scooter o da un somaro,...

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(3. L’IDEA DI PROPRIETÀ) DIFENDIAMO LA PROPRIETÀ DAL TURBOCAPITALISMO

(3. L’IDEA DI PROPRIETÀ) DIFENDIAMO LA PROPRIETÀ DAL TURBOCAPITALISMO

Di Agostino Nasti Una famosa frase del “distributista” Chesterton recita: «Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti, ma troppo pochi capitalisti». In effetti, alla dilatazione incontrastata del capitalismo non corrisponde una eguale estensione della proprietà privata ed un suo più diffuso godimento, ma anzi si registra un aumento della concentrazione della ricchezza nelle mani di una ristretta cerchia di soggetti dediti alla speculazione finanziaria, mentre si assiste al deterioramento delle condizioni di vita di gran parte della popolazione. Il preteso aumento del  «benessere», valutato essenzialmente nei termini di una accresciuta disponibilità di beni voluttuari e di consumo, è ben altra cosa...

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(2. L’IDEA DI PROPRIETÀ) IL DIRITTO DI PROPRIETÀ NELLA PROSPETTIVA CORPORATIVA

(2. L’IDEA DI PROPRIETÀ) IL DIRITTO DI PROPRIETÀ NELLA PROSPETTIVA CORPORATIVA

Di Gherardo Marenghi Analizzando il panorama offerto dal mondo del diritto l’istituto giuridico di rilevanza costituzionale che meglio si presta ad affinità concettuali con la dimensione corporativa dello Stato è certamente il diritto di proprietà. La previsione di limiti al godimento della proprietà, sia che si traducano nell’acquisizione materiale di tipo ablatorio, sia che si riducano in mere ipotesi conformative, appaiono il contestuale superamento dell’inviolabilità del diritto dominicale di stampo liberale e della negazione dello stesso di matrice marxista. Sarebbe però fuorviante immaginare fra modello corporativo e limitazione della proprietà un’analogia concettuale legata al ridimensionamento del concetto tradizionale di libertà....

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(1. L’IDEA DI PROPRIETÀ) LA CONCEZIONE FASCISTA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA

(1. L’IDEA DI PROPRIETÀ) LA CONCEZIONE FASCISTA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA

Di Cristian Leone «La proprietà inviolabile non è affatto un principio dello Stato fascista, che ha dimostrato di saper colpire anche la proprietà in nome della Patria. La proprietà inviolabile è un dogma liberale e non fascista, inglese e non romano: da noi proprietario è depositario e non altro. La storia di Roma, la storia dei Comuni che più dei duchi e dei papi furono i discendenti di Roma, è storia di spogliazioni compiute dallo Stato per il popolo». Queste parole di Berto Ricci sintetizzano perfettamente l’idea fascista della proprietà privata. Il principio corporativo Il corporativismo elabora una terza via...

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LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELLA TECNOCRAZIA. “L’INGRANAGGIO DEL POTERE” DI LORENZO CASTELLANI

LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELLA TECNOCRAZIA. “L’INGRANAGGIO DEL POTERE” DI LORENZO CASTELLANI

Di Flaminia Camilletti Il potere tecnocratico nell’ultimo secolo è cresciuto in modo esponenziale, tuttavia sono ancora pochi gli autori e gli intellettuali che si impegnano ad affrontare questo tema. Non è il caso del professor Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni Politiche presso la Luiss Guido Carli di Roma: la sua ultima pubblicazione infatti si intitola “L’ingranaggio del potere” edito da Liberi Libri. L’autore affronta il tema dell’erosione della rappresentatività democratica che allontana la comunità dalle istituzioni a favore di una tecnocrazia lontana e fredda. La storia della democrazia tecnocratica è passata sottotraccia, come scrive lo stesso Castellani, ma...

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“LA MANO NERA”: STORIE DI USURA, TRA VITTIME E CARNEFICI

“LA MANO NERA”: STORIE DI USURA, TRA VITTIME E CARNEFICI

di Cristina Di Giorgi “L’usuraio distruggerà ogni ordine sociale, ogni decenza, ogni bellezza”. Questa frase di Ezra Pound, che molto spesso nei suoi scritti si è battuto contro la piaga sociale dell’usura in tutte le sue forme, basta da sola, nella sua diretta evidenza, ad indicare quanto quello in questione sia un reato odioso e perché. Per capirne meglio la portata e i devastanti effetti è però comunque necessario, oltre che estremamente utile, ascoltare le testimonianze di chi, come vittima e come operatore impegnato a contrastare tale crimine, ha avuto direttamente a che fare appunto con l’usura e con le...

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Demografia e sviluppo, una sfida per il futuro: ripartire dalle aree interne

Demografia e sviluppo, una sfida per il futuro: ripartire dalle aree interne

di Clemente Ultimo Hanno fatto il deserto, l’hanno chiamato sviluppo. La parafrasi della celebre espressione con cui Tacito descrive la desolazione della Germania all’indomani della conquista romana – seppur non per benevolenza verso i vinti, piuttosto per quelle che, senza esagerazione, potremmo definire beghe politiche tutte interne all’Urbe – ben si presta a descrivere il desolante fenomeno che da anni ormai interessa le aree interne del nostro Paese, con punte da primato nelle regioni dell’Appennino meridionale e di alcuni comprensori delle isole maggiori: lo spopolamento del territorio. Una vera e propria desertificazione umana, sociale ed economica che, sebbene parte di...

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